I tutori articolari sono ausili ampiamente diffusi tra gli sportivi di tutti i livelli ed età, poiché sono validi alleati sia se utilizzati a seguito di infortuni sia nel caso in cui si voglia alleviare fastidi passeggeri. In certe situazioni – come nel triathlon, sport in cui gli atleti spingono il corpo al limite – possono essere utili nella prevenzione di alcuni infortuni, in quanto vanno ad aumentare la stabilità e il controllo articolare, ma anche a facilitare la risposta muscolare in situazioni di stress meccanici, come avviene per il supporto lombare.
È importante ricordarsi, tuttavia, che i tutori rappresentano dei supporti e non delle soluzioni. Aspetto che va tenuto a mente al fine di non affidare totalmente la propria sicurezza al loro utilizzo. Per essere più chiari, ad esempio, nel caso estremo di una lesione legamentosa, questa non può essere totalmente risolta da un tutore se non si è eseguito un corretto percorso medico e fisioterapico, oltre a un piano di rinforzo muscolare e di stabilizzazione. In questo caso l’utilizzo di un tutore corretto nella fase di ripresa dell’attività è certamente una scelta che può favorire un recupero più rapido oltre che più sicuro.
A cosa servono
I tutori possono essere utili sia in caso di infortunio, sia per alleviare fastidi passeggeri.
Esistono molte tipologie di tutori, ognuna con funzioni differenti:
- gli estremamente rigidi – ortopedici –, che creano vincoli meccanici a livello articolare e necessitano di prescrizioni specifiche oltre che di personalizzazioni in fase di confezionamento;
- i semirigidi e morbidi, di più ampia diffusione e quindi di maggior interesse in quanto garantiscono un supporto durante lo sport pur mantenendo una adeguata libertà di movimento.
Il materiale con il quale sono realizzati può fare la differenza: affinché sia efficace e confortevole, il tutore deve essere leggero e traspirante e allo stesso tempo garantire tenuta e adeguata compressione.
La fascia lombare
La fascia lombare durante la pratica sportiva svolge prevalentemente una funzione di supporto alla colonna, riducendone il carico, e alla muscolatura, diminuendo la sensazione di fastidio che si può provare in alcune posizioni o durante l’esecuzione di alcuni gesti tecnici.
Nella scelta del tutore è necessario tenere presente sia la rigidità che si ricerca sia la possibilità di regolare al meglio la tensione, considerando che a maggiore rigidità corrisponde un maggior supporto meccanico, ma anche un minor aiuto propriocettivo; la possibilità di regolazione, grazie a specifici tiranti, consente invece di adattarla al meglio alle proprie esigenze anche nelle varie fasi dell’allenamento. Per esempio diventa utile quando si passa dalla pedalata alla corsa o viceversa.
È importante non indossare la fascia per tempi troppo lunghi per non rischiare di vincolare l’azione della muscolatura alle sensazioni indotte dalla fascia e per evitare, nel lungo periodo, di far perdere alla muscolatura una parte della sua capacità di adattamento dinamico e quindi di supporto alla colonna, che invece deve essere mantenuta e sostenuta.
La ginocchiera
La ginocchiera ha prevalentemente una funzione di stabilizzazione del ginocchio con una grande importanza a livello propriocettivo: questo significa che aiuta il sistema nervoso a capire la posizione relativa dell’articolazione utilizzando informazioni che provengono dall’esterno oltre quelle che giungono dai recettori articolari. Ciò diventa utile in particolare in una fase post infortunio o in presenza di dolori articolari che modificano, riducendolo, il corretto supporto che la muscolatura fornisce al ginocchio. In fase acuta la ginocchiera può essere utilizzata con costanza, poi a mano a mano che la sintomatologia regredisce, è utile eseguire delle sessioni di allenamento a ginocchio libero per consentire una corretta ripresa, fino ad arrivare a indossarla solo in qualche allenamento e in competizione, per una maggiore sicurezza.
Due caratteristiche da considerare nella scelta di una ginocchiera sono il contenimento rotuleo, rappresentato dal foro centrale, e la possibilità di regolare la sezione della ginocchiera nella parte superiore e inferiore.
Il contenimento rotuleo, pensato per la stabilizzazione della rotula, diventa utile, anche nel caso non vi siano problematiche anteriori, per ridurre la pressione della ginocchiera sulla rotula, che deve poter scorrere correttamente sul femore e non essere compressa.
La regolazione della sezione ha una duplice funzione: la prima è quella di poter personalizzare le dimensioni e poterla eventualmente adattare nel tempo; la seconda è quella di poter variare la misura anche durante un allenamento o una competizione, dal momento che i muscoli a riposo e durante un’attività cambiano di volume.
La cavigliera
La cavigliera è forse l’ortesi maggiormente utilizzata dagli sportivi professionisti e non, dal momento che la caviglia, in particolare nelle attività di corsa, è un’articolazione che viene frequentemente interessata da problematiche, non necessariamente gravi, ma che possono limitare l’attività sportiva anche per lunghi periodi. Gli sportivi professionisti la utilizzano quasi esclusivamente come prevenzione, mentre a seguito di infortunio fanno ricorso a bendaggi funzionali specifici che necessitano di tempo e competenze non a disposizione di tutti.
Nella scelta di una cavigliera, come già detto anche per altre ortesi, è utile valutarne la possibilità di personalizzazione, per evitare che risulti scomoda e fastidiosa da indossare e utilizzare, rischiando di diventare così sensibilmente meno efficace.
L’opzione migliore è quella di una cavigliera che permetta la regolazione del livello di tensione tramite fasce che simulano il “bendaggio a 8”, lo stesso che utilizzano i professionisti nei bendaggi funzionali per stabilizzare la caviglia lateralmente e medialmente.