Come posizionare gli elettrodi per il massimo dell’efficacia

Da un punto di vista anatomico, dal momento che l’elettrostimolazione agisce a livello periferico, è sufficiente che gli elettrodi siano posizionati sul muscolo che si vuole stimolare, per innescarne l’attivazione. Tuttavia, se si vuole ottenere il massimo dell’efficacia, è indispensabile imparare a posizionare correttamente gli elettrodi per garantire un’azione specifica e precisa sul distretto muscolare desiderato e per ottimizzare il comfort della seduta di elettrostimolazione. 

Ecco quali indicazioni seguire.

Gli elettrodi vanno applicati lungo il decorso delle fibre muscolari, con particolare attenzione agli elettrodi “positivi”, definiti anche “attivi” (identificati solitamente dal colore rosso della terminazione dei cavi): questi vanno posti a livello del ventre muscolare, che è il punto in cui il muscolo ha la sua sezione maggiore.

Il motivo di tale posizionamento è che in quest’area è riscontrabile il maggior numero di fibre muscolari e di conseguenza la maggior densità di placche motrici, che sappiamo essere la sede in cui la stimolazione indotta agisce, generando il suo effetto eccitomotorio. A livello del ventre muscolare l’attivazione sarà quindi massima. 

L’elettrodo “negativo” (collegato a cavi con la terminazione di colore nero) va invece collocato a livello prossimale, ovvero su quella parte del muscolo più vicina al busto: in questa sede il muscolo che si vuole stimolare genera un movimento minore, poiché vi è una minor densità di placche motrici.

La necessità di posizionare gli elettrodi in questo modo fa sì che il campo elettrico generato risulti maggiormente localizzato nella zona in cui vi è un’efficacia di reclutamento ottimale, mantenendo tuttavia la maggior parte del campo elettrico sul muscolo stesso. In questo modo si ottimizza sia il comfort della seduta sia l’efficacia sul distretto su cui ci si sta concentrando.

Posizionamenti differenti, possono essere in grado di innescare comunque una contrazione muscolare, ma interessando anche distretti muscolari vicini, riducendo di conseguenza la specificità ed il comfort della seduta.